di Marianna Mastropietro – Wine & food expert

Spadafora 1915, Calabria
Non è un mistero che amiamo i vini calabresi e siamo ben felici di poterne parlare bene. La cantina Spadafora ha tanta voglia di emergere su tutto il territorio nazionale (e anche all’estero). Due poesie in due bianchi: Pandosia e Lunapiena. Il primo Pecorello 100%, vitigno autoctono, produzione limitata a 5000 bottiglie, un vino che fa salivare per quanto è fresco e sapido. Lasciamoci trasportare al mare dalle colline del cosentino. Il secondo Lunapiena è un bicchiere che non ti aspetti al sud. Profumatissimo, blend di 3 vitigni autoctoni vinificati in notturna per mantenere inalterati i profumi (la zona gode di un’escursione termica di 15 gradi tra il giorno e la notte in periodo di vendemmia). Che dire, si trasforma in un vino aromatico e inaspettato, per aperitivi speciali. Nota curiosa, con questo vino Spadafora è tra i pochi al sud ad essere invitata al Merano Wine Festival.
Stamati Viticoltori Eroici, Calabria
Ma voi lo sapevate che il Sangiovese è calabrese? Tra il Pollino e Sibari, a Stamaci precisamente, ne sono convinti. Dopo anni di ricerche storiche sono giunti alla conclusione che gli etruschi hanno esportato il Sangiovese in Toscana che ne è diventata la patria. Ma da qualche anno si può gustare questo particolarissimo Sangiovese di Calabria che scresce a 700 mt con una pendenza del 35% (per questo viticoltori eroici). Solo 4000 bottiglie all’anno prodotte dalla cantina Stamati, vigneti a piede franco che risalgono all’epoca del nonno. Siamo in territorio arbëreshë (popolazione di lingua e cultura albanese che vive storicamente in questi territori), per cui l’abbinamento consigliato è con l’agnello.

Amasseria i monaci, Campania
Una storia incredibile, dai macchinari ospedalieri ricondizionati per l’Africa al vigneto di famiglia, è proprio vero che ogni bottiglia ha una storia da raccontare. Amasseria si trova nell’Alto Casertano, è in procinto di ottenere la nomenclatura per la sua uva Goccia d’oro o Fiammoro (ancora non si sa come si chiamerà), ma soprattutto non ne conosciamo il sapore. Per il momento questo vino rimane una produzione familiare. Intanto si può provare la Falanghina di Roccamonfina a filtrata a tangenziale, una tecnica che consente di mantenere ulteriormente le caratteristiche dell’uva. Bravi per lo sforzo di valorizzazione di un territorio a volte messo da parte.
Incontro breve ma intenso con un Fiano Riserva 2013 Alessandra, davvero sublime. Cantina irpina storica e importante che si fa notare. Aromi incredibili di miele e acacia, persistente la bevuta. Spero di poter approfondire con nuove degustazioni la loro produzione.
Appuntamento a giugno per Vitigno Italia 2024.