Nel 2024 la superficie vitata mondiale è diminuita dello 0,6%. Tra tutti i primi sette vigneti globali, quello italiano è l’unico in crescita
Nel 2024, la superficie vitata mondiale è diminuita dello 0,6% fino a 7,1 milioni di ettari. Si tratta del quarto anno consecutivo di calo del vigneto globale. Le cause di questa riduzione della superficie vitata sono dovute soprattutto all’espianto di vigneti nelle principali regioni vinicole, in entrambi gli emisferi. La riduzione ha interessato sia il vigneto da vino che quello atto ad altri usi. Il calo è stato marcato nell’Unione Europea (-0,8%, 3,2 milioni di ha). Se il vigneto è diminuito in Spagna (-1,5% fino a 930.000 ha) e Francia (-0,7% fino a 783.000 ha), è cresciuto ancora in Italia, raggiungendo 728.000 ettari; tra tutti i primi sette vigneti globali, quello italiano è l’unico in crescita. Espansioni minori del vigneto nazionale sono state registrate in Romania e Grecia; cali in Portogallo, Germania, Bulgaria e Ungheria.
Al di fuori dell’UE, cresce il vigneto della Russia (+2,2% fino a 108.000 ettari). Il vigneto della Moldavia, il più grande dell’Europa dell’Est, è rimasto stabile a 115.000 ettari. Il vigneto turco ha perso il 20% della sua superficie, fino a 402.000 ettari. Stabile il vigneto della Cina (753.000 ha). Negli USA la superficie scende per l’undicesimo anno consecutivo fino a 385.000 ha. In Sud America calano Argentina (-2,4% fino a 200.000 ettari) e Cile (-3,2% fino a 166.000 ha); cresce il Brasile: +1,6% fino a 83.000 ha. Il vigneto del Sudafrica, il più esteso del continente africano, è calato del 1,5% sul 2023 fino a 120.000 ettari. Stabile il vigneto dell’Australia, stimato per il 2024 in 159.000 ettari.
Produzione mondiale di vino: minimo storico dal 1961. L’Italia resta prima con 44,1 milioni di ettolitri (+15% sul 2023)
Nel 2024 la produzione mondiale di vino, esclusi mosti e succhi, è stimata in 225,8 milioni di ettolitri (-4,8% sul 2023), secondo anno consecutivo di calo e minimo storico dal 1961. Condizioni climatiche estreme e, in parte, la flessione della domanda hanno ridotto i volumi in entrambi gli emisferi. Nell’UE la produzione vinificata è scesa a 138,3 milioni di ettolitri (-3,5%), livello più basso dal 2000. L’Italia segna 44,1 milioni di ettolitri (+15% sul 2023, ma -6% sulla media quinquennale); Francia in forte calo a 36,1 milioni (-23,5%), minimo dal 1957; Spagna in ripresa a 31 milioni (+9,3%, ma ancora -11,1% rispetto alla media). Produzioni in calo in Germania, Portogallo, Romania e Austria; in crescita Ungheria e Grecia.
Al di fuori dell’UE, la Russia sale a 5,4 milioni (+19,3%), la Georgia a 2,4 milioni (+26,6%), mentre la Moldavia scende a 1,1 milioni (-39,7%). In Asia, la Cina cala a 2,6 milioni di ettolitri (-17%). Negli Stati Uniti la produzione è stimata a 21,1 milioni di ettolitri (-17,2%), livello tra i più bassi degli ultimi 15 anni. In California, la vendemmia è la più scarsa dal 2004. Nell’emisfero Sud si registra il volume più basso degli ultimi vent’anni: 45,8 milioni di ettolitri (-3,6%). L’Argentina cresce a 10,9 milioni (+23,3%) e guida la regione; Cile in calo a 9,3 milioni (-15,6%), Brasile a 2,1 milioni (-41%), Sudafrica a 8,8 milioni (-5,1%). In Oceania, Australia a 10,2 milioni (+5,3%) ma sotto media; Nuova Zelanda in forte calo a 2,8 milioni (-21,2%).
L’Unione Europea ha rappresentato il 48% del consumo mondiale nel 2024, Francia ancora primo mercato seguita dall’Italia
Il consumo di vino 2020 è stimato in 214,2 milioni di ettolitri (-3,3% vs 2023). La domanda di vino è diminuita nei principali mercati, anche a causa dei prezzi elevati, conseguenza dei bassi volumi di produzione e da pregressi effetti inflattivi. L’Unione Europea ha rappresentato il 48% del consumo mondiale nel 2024, con 103,6 milioni di ettolitri, in calo del 2,8% rispetto al 2023 e del 5,2% rispetto alla media quinquennale. Il calo è legato alla diminuzione dei consumi nei Paesi storicamente più importanti: Francia: 23,0 Mhl (-3,6% vs 2023), ancora primo mercato UE; Italia: 22,3 Mhl, stabile rispetto al 2023, ma -3,6% sulla media quinquennale; Germania: 17,8 Mhl, -3,0% vs 2023; Spagna: 9,9 Mhl, +1,2% (secondo anno consecutivo in crescita); Portogallo: 5,6 Mhl, +0,5% (supera del 10% i livelli pre-pandemia); Paesi Bassi: 3,2 Mhl, -8,1% (uno dei cali più marcati); Romania: 3,0 Mhl, -11% vs 2023 ma sopra la media quinquennale; Austria: 2,2 Mhl, consumo stabile da anni; Ungheria: 2,2 Mhl, +7,5%, ritorno ai livelli 2019-2020.
Al di fuori dell’UE, il Regno Unito, quinto Paese per consumi al mondo, ha visto un calo dell’1% vs 2023, fino a 12,6 milioni di ettolitri. Il consumo per la Russia è stimato in 8,1 Mhl (+2,4% vs 2023); quello della Svizzera: 2,2 Mhl, -5,0%, minimo storico dal 1965. Negli Stati Uniti, primo mercato mondiale, i consumi sono diminuiti del 5,8%, attestandosi a 33,3 milioni di ettolitri. In Canada, si è registrato un calo del 6,4%, con un consumo totale di 4,6 milioni di ettolitri. In Asia, secondo l’OIV, i consumi in Cina sono scesi a 5,5 milioni di ettolitri (-19,3% rispetto al 2023), proseguendo una tendenza al ribasso iniziata nel 2018. In Giappone, nel 2024, sono stati consumati 3,1 milioni di ettolitri di vino, segnando un calo del 4,4% rispetto all’anno precedente e raggiungendo il livello più basso dal 2011. Nell’emisfero sud, i dati mostrano: Argentina con 7,7 milioni di ettolitri (-1,2%), il livello più basso dal 1942; Brasile con 3,1 milioni di ettolitri (-4,3%), ancora al di sotto della media quinquennale ma superiore ai livelli pre-COVID; Sudafrica con 4,3 milioni di ettolitri (-2,8%), registrando il terzo volume più alto nella sua storia; Australia con 5,3 milioni di ettolitri (-2,7%), mantenendo una stabilità nel consumo negli ultimi 15 anni.
L’Italia chiude con 21,7 milioni di ettolitri esportati, terzo miglior risultato storico, trainato dallo spumante
L’Italia chiude con 21,7 milioni di ettolitri esportati (+3,2%) per 8,1 miliardi di euro (+5,6%), terzo miglior risultato storico, trainato dallo spumante (+12% in volume, +9% in valore). La Spagna cala a 20 milioni di ettolitri (-1 mhl) ma cresce in valore a 3 miliardi di euro (+1,4%), frenata dal bulk (-6,9%). La Francia esporta 12,8 milioni di ettolitri (+0,7%) per 11,7 miliardi di euro (-2,4%), penalizzata dagli spumanti (-2,4% in volume, -6,5% in valore). Seguono Cile (7,8 mhl, +14,4%; 1,5 mld €, +6,1%), Australia (6,5 mhl, +6,9%; 1,6 mld €, +30,6%), Sudafrica (3,6 mhl, +3,4%; 0,6 mld €, +5%), Portogallo (3,5 mhl, +8,7%; 1,0 mld €, +4,5%), Germania (3,1 mhl, -4,7%; 1,0 mld €, -4,3%), Nuova Zelanda (2,7 mhl, -0,9%; 1,1 mld €, -6,1%), USA (2,4 mhl, +15,5%; 1,2 mld €, +1,7%, con crescita solo del vino sfuso), Argentina (2,1 mhl, +5,3%; 0,6 mld €, +4,4%, di cui il 75% in bottiglia) e Canada (2,0 mhl, -9,4%; 75 mln €, -13%, composto per il 99% da re-export di sfuso verso gli USA).
Sul fronte import, la Germania guida per volumi con 12,7 milioni di ettolitri
Sul fronte import, la Germania guida per volumi con 12,7 milioni di ettolitri (-6,9%) per 2,5 miliardi di euro (-8,8%), sui minimi da vent’anni. Il Regno Unito importa 12,6 milioni di ettolitri (+2,4%) per 4,6 miliardi di euro (-0,7%), con bulk in aumento (+7,2%). Gli USA, primo mercato per valore con 6,3 miliardi di euro (+1,6%), importano 12,3 milioni di ettolitri (+0,1%), per il 56% in bottiglia (71% del valore), mentre il vino sfuso cala (-13,3% in volume, -12,4% in valore). La Francia arretra a 5,4 milioni di ettolitri (-9,7%) e 0,9 miliardi di euro (-8,4%), col bulk in forte calo (-11,9%). Seguono i Paesi Bassi (3,9 mhl, -10,7%; 1,5 mld €, -2,2%) e il Canada (3,8 mhl, +0,7%). Fonte: www.unioneitalianavini.it