Mappa Vini Calabria: le 10 aree di produzione
Curiosità interessantissima
Se 23 milioni di anni fa ci fossimo immersi a Diamante, Soverato o Scilla, avremmo trovato a poca distanza le coste di Montecarlo, Portofino e Porto Cervo, raggiungibili in meno di mezz’ora. In quell’epoca geologica (detta Miocene), la Calabria era collegata alle rive della Liguria e si trovava incastonata nel cuore delle Alpi. Oggi la Calabria ha un territorio complesso: è per metà collinare (50,8%), in gran parte montuoso (34,6%) e con pianure limitate al 14,6%, concentrate lungo le coste. È una delle regioni con le formazioni rocciose più antiche, si distingue per la presenza dell’Arco Calabro Peloritano. Una curiosità interessantissima: si tratta, in realtà, di una porzione di catena alpina – non appenninica. Infatti, è un frammento europeo che si è spostato dal blocco Sardo-Corso. Il sottosuolo è ricco di risorse minerarie e la varietà geologica la rende una delle aree più studiate del Mediterraneo.
Pollino
Il Pollino è la catena montuosa situata nel nord della Calabria, in provincia di Cosenza, che si estende anche nella parte meridionale delle province di Potenza e Matera. Parte dei principali gruppi montuosi appenninici, presenta molti depositi glaciali e ospita il più grande Parco Nazionale d’Italia, riconosciuto come patrimonio mondiale UNESCO. La sottozona Pollino fa parte della Terre di Cosenza DOP e comprende territori come Castrovillari, San Basile, Saracena e altri. Tra i vitigni si distingue il Magliocco dolce, detto anche Lacrima, e la Guarnaccia, nota per finezza e sapidità.
Cirotano e Crotonese
Il Cirotano si trova nel nord-est della provincia di Crotone e include le DOP Cirò, Melissa e Sant’Anna di Isola Capo Rizzuto. Queste denominazioni si estendono lungo la costa ionica e verso l’entroterra collinare e montuoso, fino alle zone presilane. È una fascia costiera di circa 80 chilometri, da Le Castella a Crucoli, con una morfologia varia. Le uve principali sono il Gaglioppo, vitigno rosso simbolo di Cirò, il Greco Bianco, e piccole quantità di Magliocco, greco nero e Mantonico.
Donnici
Donnici è situata ad una decina di chilometri a sud di Cosenza, ad un’altitudine di 500 metri sulla valle del Crati. Si tratta di una sottozona della DOP Terre di Cosenza ed include i comuni di Aprigliano, Cellara, Cosenza, Dipignano, Figline Vegliaturo, Mangone, Paterno Calabro, Pedace, Piane Crati e Pietrafitta. Le varietà più rappresentative sono il Magliocco dolce e il Greco nero, insieme a varietà bianche come Mantonico e Pecorello.
Esaro
Parliamo di un’altra sottozona della DOP Terre di Cosenza: Esaro. Il nome deriva dal fiume che attraversa la valle tra il Pollino meridionale e i monti tirrenici. Questo territorio comprende i comuni di Altomonte, Lungro, Malvito, Roggiano Gravina, San Marco Argentano, Sant’Agata d’Esaro, Spezzano Albanese, Tarsia e Terranova, molti di cultura arbëreshë. Qui sono molto diffusi il Magliocco, il Gaglioppo e il raro vitigno a bacca nera Guarnaccino, che si trova anche in Basilicata. Tra le verietà a bacca bianca spiccano la Malvasia bianca, il Mantonico e il Pecorello.
Savuto
La zona prende il nome del fiume Savuto, che nasce nella Sila ed è l’unico a sfociare nel Tirreno. Nei suoi 48 chilometri di corsi incontra borghi antichi pedemontani che parlano ancora dei popoli che fatto della Calabria un crocevia di culture. Tra questi, i greci e i normanni. Qui, si trovano anche vigneti eroici, coltivati oltre i 500 metri di altitudie, su terrazzamenti sostenuti da muretti in pietra che digradano verso il fiume. Questa è la terra della DOC Savuto, nata nel 1975. Comprende i comuni di Rogliano, S. Stefano di Rogliano, Marzi, Belsito, Grimaldi, Altilia, Aiello Calabro, Cleto, Serra Aiello, Pedivigliano, Malito, Amantea, Scigliano, Carpanzano. In questo areale si possono ancora trovare Magliocco dolce (Arvino), Greco nero, Greco bianco e Mantonico ancora allevati con l’antica tecnica dell’alberello.
Locride
Abbiamo cercato di capire bene quali territori sono raggruppati sotto questo nome. E sono sorti anche dei dubbi, grazie al contributo dei nostri lettori. Dal dossier sui Vini della Calabria, che ha ispirato questo articolo, emerge che si tratta di una vasta area nella nella provincia di Reggio Calabria, compresa tra Aspromonte e Costiera Jonica dei Gelsomini. La storia secolare ha impregnato ogni pietra. Qui, infatti, si trovano reperti magno greci, palazzi romani, monasteri bizantini, costruzioni normanne e medievali. È un’areale di straordinaria biodiversità con tantissime varietà di vitigni riconosciuti ma non ancora registrati. Le zone più rinomate sono Bivongi e Bianco. Bivongi è DOC dal 1996. Si trova a est della catena delle Serre, nella bassa valle del torrente Stilaro. I vitigni più tradizionali qui sono il Greco nero, il Gaglioppo e il Guardavalle. L’areale bianchese si trova nel basso litorale jonico. Le varietà più rappresentative sono il Mantonico e il Greco di Bianco (malvasia delle Lipari).
Area Grecanica (Bovesia e Palizzi)
Sul versante jonico meridionale dell’Aspromonte, c’è la Bovesia. Questo territorio ha saputo custodire tradizione secolari anche linguistiche, infatti è nota anche come area grecofona. Ci sono vigneti oltre i 700 metri di altitudine. Infatti, qui la viticoltura è eroica ed è portata avanti da custodi di vigne ad alberello, che mantengono in vita biotipi di varietà antiche di Nerello (vitigno protagonista indiscusso sull’Etna), Guardavalle e Insolia. Dell’Area Grecanica fa parte anche l’IGP Palizzi, che prende il nome dall’affascinante borgo antico.
Aspromonte occidentale (Pellaro e Costa Viola)
Passiamo ora ad un territorio con meravigliose faggete che sono state dichiarate Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Si tratta dell’Aspromonte: l’ultimo massiccio montuoso dell’Appennino calabro. Sul versante ovest dell’Aspromonte, a sud di Reggio Calabria, si trova l’IGT Pellaro, area amata da Mario Soldati. “Siamo nel cosìddetto triangolo di acclimatazione tra Calabria, Nord Sicilia ed Isole Eolie, che ha generato gran parte dei vitigni autoctoni dell’intera Penisola Italica”, ci ha raccontato Joe Castellano in un’intervista. Tra questi ci sono Nocera, Castiglione, Nerello e Nero d’Avola (detto anche Calabrese e derivante da un incrocio con il Mantonico Bianco di Calabria). Passiamo ora alla Costa Viola. Il nome è certamente evocativo e richiama la descrizione di Platone, che rimase colpito dalle nuances del cielo al tramonto. Si tratta di un territorio di una trentina di chilometri, oltre lo Stretto di Messina fino a Palmi, passando per Scilla e Bagnara. Per coltivare su queste coste alte e frastagliate, si usavano i muretti a secco (qui detti armacìe). Qui, si trovano vitigni molto particolari come Prunesta e Malvasia nera.
Lamezia
Chiudiamo con il territorio di Lamezia Terme che comprende anche la storia di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia, in provincia di Catanzaro. Dopo Cirò è l’area più vitata della Calabria. La DOC Lamezia, nata nel 1978, comprende 10 comuni: Curinga, Falerna, Feroleto Antico, Gizzeria, Francavilla Angitola, Maida, Pianopoli, Lamezia Terme, S. Pietro a Maida. Le varietà più tradizionali sono il Gaglioppo, il Magliocco e la Marsigliana nera (bacca nera), Greco e Mantonico (bacca bianca).
Bibliografia
- Fonte testo: dossier Il Vino in Calabria 2022 a cura di Giovanni Gagliardi e Matteo Gallello da Ufficio Stampa Logos
- Fonte mappa: Coordinamento Regione Calabria / Progettazione: GagliardiAssociati Idee, Progetti, Territorio / Contenuti: Matteo Gallello, Giovanni Gagliardi / Grafica: Gianluca Damaso da Ufficio Stampa Logos
- Intervista a Joe Castellano su insidewine.it